Proseguiamo il nostro itinerario tra le più importanti opere di architettura moderna a Milano con la cosiddetta "casa a tre cilindri" in Via Gavirate (San Siro), progettata dagli architetti Angelo Mangiarotti e Bruno Morassutti.
L'edificio nasce dalla necessità di ottenere il massimo di indipendenza delle singole unità immobiliari. Ognuno dei tre volumi cilindrici, infatti, ospita un appartamento per piano.
I tre volumi sono sollevati da terra, lasciando spazio sottostante al giardino, che si può infiltrare fin sotto l’edificio.
Gli appartamenti all’ultimo livello sono collegati con una scala a chiocciola ai tetti giardino.
L'architetto Morassutti, unico italiano ad avere lavorato nella comunità di Taliesin di Frank LL. Wright ha un approccio progettuale che include il ricorso a strutture ardite, ma sempre ricondotte al servizio dell’architettura. Ogni cilindro è supportato da un pilastro centrale, di 180 cm di diametro.
All’interno il pilastro si allarga diventando un nucleo cavo di 4 metri di lato, utilizzato in pianta come elemento distributivo per le stanze disposte a raggera. Una pianta di questo tipo presenta anche dei limiti, infatti costringe a ritagliare settori di cerchio per ottenere i diversi ambienti.
Tali limiti sono però compensati dalla libertà di spostare le tramezze.
Il sistema modulare di facciata, inoltre, ha dato ai proprietari dei singoli appartamenti la possibilità di scegliere la posizione dei pannelli vetrati rispetto ai pannelli ciechi, ed in questo modo il disegno delle facciate è automaticamente determinato dalle esigenze degli abitanti. Pilotis, facciata libera, pianta libera e tetto giardino sono elementi chiaramente desunti da Le Corbusier, ma in quest'opera li ritroviamo reinterpretati in maniera assolutamente particolare ed adeguata al contesto.
La casa a Tre Cilindri si caratterizza per le sue forme semplici abbinate a dettagli accurati, è quindi profondamente milanese nella sintonia che stabilisce con la nascente cultura del design italiano.
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